Nel 1932 le Aquile Randagie optarono per un campo mobile di alto livello, che le portò a salire alla più alta vetta delle Alpi Orobie (pizzo Coca, m.3052) e quasi in vetta alla cima più alta della val Brembana (pizzo del Diavolo, m.2914).

Il lago di Venina dalle vicinanze del passo omonimo

Proponiamo di ripetere in parte quel percorso, ancora potendo divallare in Valtellina (cosa che le Aquile Randagie non fecero) e quindi portarsi nella zona di Colico ­val Codera.

Da Valgoglio, val Seriana, raggiungibile con i mezzi pubblici, si risale per l'omonima valle, fino a portarsi ai laghi Sucotto e Cernello. Sempre per sentiero segnato si attraversa il passo Portula e ci si porta nella conca del rifugio Calvi. Si prosegue in direzione del passo di Valsecca ma, appena superato il torrente, si devia a sinistra (ovest) per portarsi alle baite dell'Armentarga, luogo di pernottamento delle Aquile Randagie (non confondersi con il rifugio omonimo più a valle!) e da lì per la selletta si raggiunge il lago del Diavolo e il rifugio Longo. Questa parte del percorso ricalca esattamente il percorso delle Aquile Randagie.

Dal rifugio Longo si raggiunge, con mulattiera militare costruita per servire la linea Cadorna, il passo di Venina (meravigliose le albe a Luglio col sole che sorge dal Bernina!) e da qui per la val Venina giù fino al fondovalle di Valtellina. Poi con i mezzi pubblici ci si può dirigere verso Colico. Il dislivello in salita dell'intera route è di circa m.2000, escludendo la salita in val Codera, altri m.600 circa.